Gli alberi da frutto più antichi d’Italia

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Gli alberi da frutto più antichi d’Italia

Da Estense.com (quotidiano on –line 21.9)

Nuova TerravivaConferenza con inaugurazione del primo campo conservativo dell’associazione Nuova TerravivaSingolare convegno domani (sabato 21 settembre) al Ridotto del teatro Comunale (inizio ore 10.30) con successiva inaugurazione alle 12.30 del 1° Campo Conservativo dei 12 più antichi alberi (patriarchi) d’Italia.

Si tratta di una iniziativa non solo “romantica” e legata a conservare varietà di frutta un tempo apprezzate dai cittadini, ma un ponte verso il futuro, in quanto i genetisti della frutticoltura considerano queste varietà alla base della futura frutticoltura in quanto provenienti dalle piante più resistenti (secolari e plurisecolari) che fanno frutti resistenti, che hanno bisogno di poca acqua e poca manutenzione (quindi reggono ai crescenti stress climatici) e che hanno un contenuto organolettico dalle 3 alle 7 volte superiore alle attuali mele e pere. L’Italia (e Ferrara) hanno quindi un futuro in questo campo se lo sapranno sfruttare ritornando alla coltivazione di varietà antiche molto apprezzate. Avevamo 55mila ettari di frutta nel 1961, oggi ne abbiamo meno di 10mila.

Convegno e campo conservativo sono opera dell’Associazione Nuova Terraviva di Ferrara. Alla conferenza pubbica al Ridotto interverranno, fra gli altri, il sindaco Tagliani, il responsabile dell’Arpa Regionale Sergio Guidi, Andrea Gandini dell’Associazione Nuova Terraviva e Sergio Gulinelli, presidente Coldiretti Ferrara.

Tratto dal giornale on line di Telestestense 22.9 (che ha dato anche la notizia con un video)

A Ferrara i 12 alberi più antichi d’Italia

Inaugurato questa mattina il primo campo che accoglie i 12 alberi più antichi di Italia. Il bello è che si trova all’interno delle mura di Ferrara. Un pezzo di campagna racchiuso all’interno della città, tra le mura estensi, il cimitero della Certosa e quello ebraico. E’ quello gestito dall’associazione “Nuova Terraviva” che, con i suoi rappresentanti e insieme all’assessore Aldo Modonesi, hanno inaugurato il primo campo conservativo dei 12 alberi più antichi d’Italia.

Si tratta dei patriarchi, ovvero piante rare che ora si trovano nel “Giardino degli estensi”. L’associazione ha organizzato una giornata dedicata alle piante e agli alberi da frutto, prima con un convegno all’interno del Ridotto del Teatro Comunale e poi sul campo in via delle Erbe. Al Ridotto c’erano diversi esperti che sono intervenuti. Ferrara, così, non da oggi scopre una parte della città sconosciuta ai più ma che rappresenta un progetto importante per il futuro della campagna ferrarese.

Tratto da La Nuova Ferrara 20.9

La banca di alberi antichi nasce a Nuova Terraviva

In via Erbe un campo conservativo dedicato alle piante da frutto plurisecolari Le specie più resistenti come prototipi per le future coltivazioni. Già oggi quello scorcio di campagna all’interno delle mura urbane, gestito da Nuova Terraviva in via delle Erbe, è carico di profonda suggestione. Siepi, orti condivisi biologici, allevamenti di animali, installazioni artistiche, sculture, giochi in legno. E alberi, tanti alberi. Ora arrivano pure i cosiddetti “patriarchi”, o meglio i “gemelli” di alcuni tra gli alberi forestali e da frutto più antichi del nostro Paese.

L’associazione lavora al progetto da tre anni e domani è in calendario l’inaugurazione del primo campo conservativo di questo genere in Italia. «Si tratta di un’iniziativa non solo romantica – premette Andrea Gandini di Nuova Terraviva – e legata a conservare varietà di frutta un tempo apprezzate dai cittadini, ma un ponte verso il futuro». Ne risulterà infatti una vera e propria “banca” di alberi che consente di aprire una nuova via di sviluppo agricolo, «in quanto i genetisti della frutticoltura considerano queste varietà alla base delle future coltivazioni poiché provenienti dalle piante più resistenti, secolari e plurisecolari, che fanno frutti più resistenti e hanno bisogno di poca acqua e poca manutenzione», specifica Gandini. Le conseguenze? Queste piante reggono ai crescenti stress climatici e i loro frutti hanno un contenuto organolettico dalle tre alle sette volte superiore alle attuali mele e pere.

Gli alberi messi a dimora in via delle Erbe per la precisione sono: Pero Brusson (proveniente da Aosta), Melo Rosadi Fondo (Val di Non), Melo Pioc (Piemonte), Rugolon di Grandola e Uniti (Lombardia), Melo di Tezzetta (Veneto), Vite di Roteglia (Reggio Emilia), Quercia di Cà Braghino (Romagna), Gelso di Bondeno (il più grande dell’Emilia Romagna e tra i più grandi d’Italia), Pero Porcinello del Montefeltro (Rimini-Pesaro), Noce dei Trocchi (Poggiodomo), Acerone dei Nebrodi (Sicilia), Fico delle Egadi (faro di Levanzo).

Ecco i dodici patriarchi, silenti dominatori del tempo e capostipiti dei nostri boschi, che torneranno a crescere e a dare i loro frutti non lontano dal centro storico della città, a due passi dal tempio di San Cristoforo alla Certosa. «L’Italia ma anche Ferrara – prosegue Gandini – hanno un futuro nella frutticoltura se lo sapranno sfruttare ritornando alla coltivazione di varietà antiche molto apprezzate. Avevamo 55mila ettari dedicati alla frutta nel 1961, oggi ne abbiamo meno di 10 mila. Si pensi poi che esistono circa 800 tipi diversi di mele e noi ne mangiamo solo tre». Una cambiamento culturale davvero a 360 gradi proposto ai consumatori, come del resto ai produttori: «Pensiamo di lanciare, grazie al campo, un’attività di tipo formativo e didattico, rivolta anche direttamente agli agricoltori. Può essere infatti questo un modo di rilanciare la produzione locale e la commercializzazione. Magari andrà fatto anche un tentativo di coinvolgere i ristoratori ferraresi i quali a loro volta potrebbero offrire ai loro clienti questi prodotti», aggiunge Gandini.

L’associazione Nuova Terraviva è partner della Regione Emilia-Romagna per questo progetto. Dal 1986 coltiva lo spazio gestito in via delle Erbe seguendo le tecniche caratteristiche dell’agricoltura biodinamica, consentendo tramite questa via una positiva collaborazione tra pubblico e privato che ha sua volta ha permesso una valorizzazione significativa dell’area. D’ora in avanti impreziosita dalla presenza dei dodici più antichi patriarchi d’Italia.

Fabio Terminali

By | 2017-08-18T19:10:59+00:00 febbraio 26th, 2014|News|Commenti disabilitati su Gli alberi da frutto più antichi d’Italia

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